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SINO ALLA SECONDA GUERRA
MONDIALE
La prima edizione dei Mondiali si svolge in Uruguay, ma si rivela in
tono minore a causa delle defezioni europee. Vince l'Uruguay che
diserterà le successive due edizioni europee: quella di Roma, vinta
dall'Italia e quella in terra di Francia, che vede il bis della squadra
condotta da Vittorio Pozzo. L'arrivo della guerra, manda però il calcio,
e i mondiali, in soffitta.
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1930
Il primo campionato del mondo si disputa in Uruguay e vede la defezione
delle squadre europee di rango. Inghilterra, Italia, Ungheria, Austria,
Cecoslovacchia, solo per nominare le più titolate, declinano l'invito
della FIFA e iinescano una lunghissima polemica con la federazione
organizzatrice che si ricomporrà solo dopo la guerra. All'atto pratico,
il primo mondiale della storia si riduce ad un duello tra Uruguay e
Argentina, riproposizione della finale olimpica del 1928 che aveva
premiato la Celeste. La finale tra le squadre platensi provoca clamorosi
incidenti tra le opposte tifoserie, mentre sul campo, al termine di una
partita spettacolare, gli uruguaiani approfittano delle lacune tattiche
dei virtuosi argentini per riaffermare la loro supremazia.
1934 Comincia l'insano connubio tra
politica e calcio, che porterà lo sport pedatorio ad essere una vetrina
propagandistica di primaria importanza. Il regime fascista chiede, ed
ottiene, l'organizzazione dei secondi campionati della storia, ritenendoli
un fattore di consenso delle masse. L'Uruguay ripaga di eguale moneta la
federazione italiana, dopo la mancata partecipazione di quattro anni,
mentre Brasile ed Argentina inviano rappresentative non all'altezza, di
modo che il torneo diventa una disfida tra latini e danubiani. Emergono
Italia e Cecoslovacchia che vanno a giocarsi l'ambita statuetta in una
finale tiratissima che vede la vittoria della squadra di Pozzo, a
sovvertimento di un pronostico che vedeva l'Italia sfavorita. La vittoria
azzurra provoca però grandi polemiche da parte della stampa neutrale, in
particolare di quella francese. La seconda puntata della storia avrà
luogo quattro anni più tardi...
1938
Contrariamente alla consuetudine la FIFA assegna all'Europa
l'organizzazione del terzo campionato mondiale e la scelta ricade sulla
Francia, in omaggio a Jules Rimet, padrino della manifestazione. Proprio
mentre i venti di guerra aleggiano sul Vecchio Continente, le migliori
squadre del mondo, ad eccezione di Uruguay, Argentina e Inghilterra, che
hanno rinunciato, e dell'Austria, scomparsa come entità autonoma a
seguito dell'Anschluss, si danno battaglia non usando le armi, ma pallone
e scarpini da calcio. Ancora una volta la manifestazione si carica di
significati politici, soprattutto a causa della presenza dell'Italia,
contestata da migliaia di fuoriusciti e rifugiati politici. La squadra di
Pozzo si rivela più forte di ogni cosa e smentisce le malevolenze
francesi, buttando fuori proprio i padroni di casa ai quarti e andando a
vincere il secondo titolo di fila nella finale contro l'Ungheria.
Passeranno dodici lunghissimi anni, prima di rivedere il Mondiale.
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DOPO LA GUERRA
Tra il 1950 e
il 1970, il Brasile si aggiudica definitivamente la Coppa Rimet. Dopo aver
perso il mondiale organizzato in casa, la Selecao inaugura l'era Pelè e
si aggiudica le edizioni del 1958. 1962 e 1970. Oltre al Brasile, una
edizione a testa viene vinta da Uruguay, Germania e Inghilterra, mentre
all'Italia resta la consolazione della finalissima di Città del Messico.
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1950
La "Tragedia di un popolo" ha come teatro il Maracanà.
Organizzati dal Brasile, che vuole dare una consacrazione ufficiale alla
forza del suo movimento calcistico, i mondiali si rivelano una vera
ecatombe per le grandi favorite Italia, Inghilterra e Brasile. Se però
gli azzurri hanno una valida scusante nella Sciagura di Superga che, solo
un anno prima, ha decapitato il Grande Torino, i Maestri inglesi e il
Brasile debbono prendersela soltanto con la loro presupponenza.
L'Inghilterra si fa buttare fuori in maniera incredibile dagli USA, il
Brasile, cui basta il pareggio, si fa infilzare dal contropiede della
Celeste, che bissa così il titolo di due decenni prima.
1954 E' il mondiale che
vede una delle più clamorose sorprese di tutti i tempi. La grandissima
Ungheria di Puskas si rivela una sorta di rullo compressore, cui nessuno
sembra poter resistere. Nella finalissima, però, perde contro la
Germania, quella stessa che aveva sepolto di reti nella fase eliminatoria.
Il successo tedesco solleva un vespaio di polemiche derivanti da un
supposto doping cui si sarebbero sottoposti i giocatori prima della
partita decisiva. La faccenda ancora oggi solleva dubbi inquietanti, anche
perchè l'Ungheria non avrebbe più avuto la possibilità di una rivincita
a causa delle vicende politiche che causarono la fuoriuscita dei suoi
maggior fuoriclasse.
1958 E'
il mondiale di Pelè. Il giovanissimo asso del Santos, inizia una carriera
ineguagliabile e trascina la Selecao, forse la migliore di ogni tempo, al
suo primo successo. I verdeoro, finalmente, fanno lezione delle vicende
dei tornei precedenti e presentano una squadra molto più equilibrata, che
nella finale schianta i padroni di casa della Svezia guidati dal grande
Nils Liedholm. Poi ci pensa Pelè a togliere le castagne dal fuoco ai suoi
compagni e per i nordici si fa notte fonda.
1962 Il Brasile bissa il
successo di quattro anni prima, nonostante l'infortunio occorso a Pelè.
Nelle file della Selecao, si mette in grandissima evidenza un fuoriclasse
assoluto come Garrincha, il quale assume la guida della squadra e la
trascina al suo secondo trionfo. Il mondiale cileno verrà però ricordato
a lungo in Italia, soprattutto per le turbolente vicende della partita
contro i padroni di casa, quando l'ineffabile Aston dà il suo
determinante contributo al successo cileno, lasciando l'Italia in nove
uomini.
1966 Finalmente, arriva il
turno dei maestri britannici, dopo le tante delusioni patite in passato.
Giocando in casa, i bianchi possono godere anche del generoso aiuto delle
giacchette nere, come in finale allorchè, il tiro scoccato da Hurst dopo
aver preso la traversa batte al di quà della riga bianca, ma viene
convertito in rete. Per l'Italia, ancora una clamorosa delusione. La
squadra di Fabbri, presentatasi come una delle favorite, si fa buttare
fuori dai ridolini coreani, per la costernazione di una tifoseria che si
aspettava finalmente il ritorno del nostro calcio ai consueti livelli di
eccellenza.
1970 E il canto del cigno
di Pelè. La Perla Nera, ormai arrivato alla piena maturità agonistica,
dirige da par suo una selecao straordinaria, nella quale abbondano i
campioni: Tostao, Jairzinho, Gerson, Rivelino, si dimostrano degni allievi
di tanto maestro e conquistano definitivamente la Coppa Rimet ai danni
dell'Italia cui non giova la staffetta tra Mazzola e Rivera decisa da
Valcareggi. Il mondiale italiano finisce con i pomodori di Fiumicino e le
polemiche seguite ai famosi sei minuti finali di Rivera nella finalissima.
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L'ERA MODERNA
Le edizioni dal 1974 ad oggi,
sono caratterizzate da Germania, Argentina, Brasile ed Italia, che vincono
due trofei a testa. I mondiali perdono molto sul piano spettacolare, ma
diventano un evento che unifica il globo e che molto spesso riescono a
mettere in sottordine quella stessa politica che aveva a lungo usato il
calcio nel passato.
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1974
E' la Germania ad organizzare e vincere questa edizione del Mondiale. Una
edizione caratterizzata dalla grande Olanda di Cruyff che porta al suo
apice le fortune della zona. Gli orange tradiscono proprio nella partita
più attesa, la finalissima e dopo esersi portati in vantaggio al primo
minuto, subiscono la rimonta della più concreta Germania, guidata da un
altro straordinario fuoriclasse, il libero Beckenbauer e da Gerd Muller,
infallibile cecchino delle aree di rigore. 1978
Ancora una volta l'Olanda arriva ad un passo dal titolo, ma viene battuta
dalla squadra di casa. Che gode di molti favori arbitrali e
dell'atteggiamento remissivo del Perù per buttare fuori il Brasile. Il
mondiale viene preceduto da interminabili polemiche, dovute all'uso
propagandistico che ne fa la giunta militare che ha fatto diventare il
paese una immensa galera ove migliaia e migliaia di oppositori scompaiono
da un giorno all'altro. Alla fine, l'Argentina vince il primo titolo della
sua storia, ma i dubbi sulla legittimità della stessa non vengono fugati.
1982 L'Italia di Bearzot ribalta tutti i pronostici, andando a vincere il
terzo titolo della sua storia. Partiti tra polemiche e previsioni funeste,
gli azzurri danno luogo ad un girone eliminatorio in tono minore. Poi,
però, ritrovano d'incanto gioco e morale, ma soprattutto un inesorabile
fromboliere come Paolo Rossi, contro l'Argentina di Maradona e il Brasile
di Falcao e Zico. Da questo momento è una cavalcata trionfale che si
chiude al Santiago Bernabeu travolgendo la Germania con un 3-1 che non
ammette discussioni.
1986 Il mondiale messicano consacra Diego Armando Maradona. Le prestazioni
del fuoriclasse argentino sono talmente strepitose, che gli si può
perdonare anche il goal segnato con la mano agli inglesi in una partita
densa di significato, a causa della recente guerra tra i due paesi per il
possesso delle Isole Malvinas o Falkland. Una selezione non proprio
irresistibile si stringe attorno al suo fuoriclasse e conquista il secondo
mondiale nella storia del calcio platense, in una bellissima finale vinta
contro la Germania.
1990 Il Mondiale che
dovrebbe laureare l'Italia di Vicini, si tramuta in una beffa per gli
azzurri, che debbono lasciare strada all'Argentina di Maradona dopo la
lotteria dei calci di rigore. In finale, i sudamericani, trovano la
Germania di Lotahar Matthaus e Rudi Voeller che vendica l'Italia e
conquista il suo terzo trofeo, confermando l'attitudine dei teutonici a
questo tipo di competizione. 1994
Ancora i rigori puniscono l'Italia. Stavolta la squadra di Sacchi, dopo
essere stata ad un passo dall'ingloriosa eliminazione contro la Nigeria,
debbono inchinarsi alla maggiore freddezza del Brasile, lasciando la
quarta coppa ai sudamericani in una delle più brutte edizioni della
storia.
1998 E' la volta della Francia di Zidane. I Bleus, miscela etnica che
rappresenta al meglio la società multirazziale che caratterizza il paese
transalpino, battono in finale il Brasile di uno spento Ronaldo e
confermano il pronostico che li voleva vincitori. Anche stavolta, gli
azzurri debbono arrendersi ai rigori, proprio ai cugini francesi,
confermando quella che sembra ormai una maledizione.
2002 Il Mondiale nippo-coreano vede il Brasile cingere il suo quinto
trofeo. Stavolta Ronaldo, appena ripresosi da un doppio gravissimo
infortunio, non è la copia sbiadita di quattro anni prima e conduce la
Selecao al trionfo finale contro la Germania, in una edizione macchiata
dai clamorosi errori arbitrali. Alcuni dei quali riguardano proprio
l'Italia, che trova sulla sua strada Byron Moreno e deve fare strada ai
padroni di casa coreani. 2006
L'Italia di Lippi sfata finalmente la maledizione dei calci di rigore. La
squadra azzurra si presenta alla manifestazione sulle ceneri di un
movimento tellurizzato dall'ennesimo scandalo e, dopo alcune esitazioni,
trova la strada della finale ove incontra la Francia di Zidane. E proprio
Zidane si macchia di un gesto, capocciata sul petto di Materazzi, che
peserà non poco sul risultato finale. E' la quarta coppa per l'Italia. |
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